Presupposto essenziale per la sterilizzazione è che nella camera dell’autoclave sia presente il solo vapore saturo, per cui l’aria deve essere evacuata. Eventuali residui d’aria, non miscelandosi con il vapore introdotto, si compatterebbero formando delle sacche più o meno grandi e diversamente distribuite all’interno della camera di sterilizzazione. Lo strumento o la parte di esso che si dovesse trovare avvolto da una sacca d’aria non verrebbe sterilizzato. L’aria infatti cede calore molto più lentamente rispetto al vapore, per cui all’interno della sacca verrebbero a mancare i parametri per la sterilizzazione. Per dare un esempio, la sacca d’aria si può paragonare a ciò che avviene in una sterilizzatrice a secco (180°C-1 ora) per cui l’autoclave, gestendo temperature e tempi inferiori (es. 134°C-5 min.), non permetterebbe la sterilizzazione degli strumenti presenti all’interno della sacca d’aria.
In ordine di tempo e di prestazioni si sono sviluppate le seguenti tipologie di autoclavi a vapor saturo, oggi regolamentate dalla norma UNI EN 13060, Giugno 2004, pubblicata nel Marzo 2005.
AUTOCLAVI TERMODINAMICHE (CLASSE N)
Sono così definite perché l’evacuazione dell’aria della camera di sterilizzazione avviene per mezzo di un dispositivo termodinamico. Il dispositivo termodinamico funziona come una valvola. Rimane aperto quando viene attraversato dall’aria e si chiude quando viene raggiunto dal vapore, prodotto in camera di sterilizzazione, con il riscaldamento dell’acqua. Il programma di sterilizzazione di una autoclave termodinamica può essere così sintetizzato:
- Camera acqua distillata in camera sterilizzazione, riscaldamento e produzione vapore
- Il vapore “spinge” l’aria all’esterno della camera di sterilizzazione attraverso il dispositivo di sfiato D
- Chiusura del dispositivo di sfiato quando inizia ad essere attraversato dal vapore
- Aumento della pressione in camera fino al raggiungimento delle condizioni di sterilizzazione
- Tempo di sterilizzazione, scarico vapore ed asciugatura
Durante la fase di sterilizzazione lo sfiato continuo crea una piccola e costante fuoriuscita di vapore che si trascina i residui d’aria. Il grosso limite di questo processo è dato dalla scarsa e non quantificabile evacuazione dell’aria. Infatti l’aria presente nei corpi cavi e porosi non viene estratta, ma anche piccole barriere come i materiali di imbusta mento la trattengono. Le autoclavi termodinamiche sono destinate alla sterilizzazione di soli strumenti imbustati (Classe N=naked, nudo)
AUTOCLAVI CON PREVUOTO (CLASSE S)
Nelle autoclavi con prevuoto l’aria viene estratta utilizzando una pompa del vuoto. Il processo prevede:
- Aspirazione dell’aria presente nella camera di sterilizzazione, tramite la pompa del vuoto
- Carico acqua, riscaldamento con produzione vapore fino alle condizioni di sterilizzazione
- Tempo di sterilizzazione, scarico vapore ed asciugatura con immissione di aria filtrata dal filtro batteriologico
Le prestazioni di queste autoclavi sono sicuramente superiori alle autoclavi termodinamiche, ma non sufficienti a garantire la corretta evacuazione dell’aria e la conseguente penetrazione del vapore nei corpi cavi e porosi. L’autoclave con prevuoto è destinata alla sterilizzazione dello strumentario, imbustata o meno (Classe S=specific)
AUTOCLAVI VUOTO FRAZIONATO (CLASSE B)
Le autoclavi a vuoto frazionato utilizzano il principio di funzionamento delle autoclavi ospedaliere. Il programma di queste autoclavi si può riassumere in:
- Spunti alternati di vuoto con successiva immissione di vapore. Gli spunti di vuoto richiesti sono minimo tre. Con questo metodo il vapore immesso smuove l’aria residua e pur non miscelandosi con essa, rende più semplice la sua evacuazione con lo spunto di vuoto successivo. Al termine del vuoto frazionato, nella camera rimarrà un residuo d’aria molto basso
- Come per le autoclavi Classe S, il programma si completerà con il raggiungimento delle condizioni di sterilizzazione, fase di sterilizzazione, scarico vapore ed asciugatura con immissione di aria filtrata
Le autoclavi a vuoto frazionato (Classe B) sono definite performanti, proprio perché sono in grado di espellere l’aria dai corpi cavi e porosi e di permettere la corretta penetrazione del vapore. Sono quindi adatte alla sterilizzazione degli strumenti imbustati, manipoli e dei telini e camici. (Classe B=Big)
Un ulteriore approfondimento sulle autoclavi a vuoto frazionato, permette di riscontrare prestazioni tra loro diverse. Attualmente vengono proposti tre tipi di apparecchiature che si dividono in:
Autoclavi a vuoto frazionato con produzione diretta di vapore:
In queste autoclavi il vapore viene prodotto direttamente in camera di sterilizzazione, con il riscaldamento rapido dell’acqua, al termine di ogni spunto di vuoto. Il programma di sterilizzazione a 134°C, avviene in 50-60 min.
Autoclavi a vuoto frazionato con generatore di vapore:
Utilizzano un bollitore (generatore di vapore) dove l’acqua viene preriscaldata e trasformata in vapore pronto all’uso. Dopo ogni spunto di vuoto, in camera viene immesso il vapore prodotto nel generatore. Con questo metodo si diminuiscono i tempi, per cui il programma di sterilizzazione a 134°C, si svolge in 35-45 min.
Autoclavi a vuoto frazionato con generatore di vapore ed intercapedine:
Come le precedenti utilizzano un generatore di vapore che però è collegato ad una intercapedine, che come una camicia, avvolge tutta la camera di sterilizzazione. Il vapore prodotto riscalda e mantiene uniforme la temperatura all’interno della camera. Con questa tecnica la fase di vuoto frazionato è particolarmente rapida, per cui il programma di sterilizzazione completo a 134°C, si svolge in 25-30 min.